Rolex Datejust e Oyster Perpetual sono due modelli che presentano tra loro somiglianze e differenze. Se il primo è di fatto considerato uno dei modelli più noti e riconoscibili di Rolex, il secondo ha sempre rappresentato sostanzialmente una delle porte di accesso al marchio svizzero. Nonostante i punti in comune, questi due orologi sono pensati per un utilizzo leggermente diverso. Ecco perché un confronto potrebbe tornare utile proprio per evidenziare ciò che distingue queste referenze così note di Rolex. Da una parte c’è il Datejust 126234 e dall’altra l’Oyster Perpetual 124300, che già a partire dalle loro misure differenti possono mettere in risalto il carattere distintivo di ciascuno.
Sommario:
Orologi “tuttofare”
Il Rolex Datejust è un punto di riferimento assoluto per quanto riguarda il design di questa tipologia di orologi e, nella sua configurazione classica con lunetta zigrinata in oro bianco, sfoggia uno stile molto caratteristico ripreso da decine e decine di altri orologi, di vari marchi e in fasce di prezzo differenti.
L’Oyster Perpetual ha un design un po’ più minimalista, se vogliamo, ma condensa in sé il DNA e la storia di Rolex. Il suo nome rende omaggio alla mitica cassa Oyster, contraddistinta dalla sua impermeabilità, e al movimento a carica automatica, prodotto per la prima volta dal marchio svizzero nel 1931.
Il Datejust è sempre stato un modello in grado di non stonare neppure in contesti più formali. La lucentezza della lunetta in oro bianco tende a far risaltare ancora di più la sua indole elegante. Nella generazione attuale con le anse sono lucide e le aboondanti superfici lucide del bracciale, Oyster o Jubilee, è un orologio che risulta essere abbastanza appariscente, pur mantenendo un’invidiabile versatilità di utilizzo. Questo aspetto può anche cambiare in parte in base alla configurazione scelta o anche a seconda della colorazione del quadrante. Ad esesmpio con la lunetta liscia e il bracciale Oyster diventa un po’ più informale, ma in fondo è difficile che passi del tutto inosservato quando lo si porta al polso.
L’Oyster Perpetual attuale rappresenta invece l’altra faccia della medaglia. Il suo design è indiscutibilmente legato alla tradizione di Rolex, ma il suo aspetto è meno vistoso. Questo è in gran parte legato ad anse e bracciale interamente satinati, che danno all’OP un look molto più adatto ad un orologio da utilizzare tutti i giorni. Ed è proprio questo il suo punto di forza che, unito all’assenza della lente magnificatrice sul vetro, lo rende un modello molto più informale e sfruttabile. Tra l’altro è anche possibile che attiri meno gli sguardi indiscreti e le mire dei malintenzionati, un fattore certamente da non trascurare al giorno d’oggi.
Quadranti e luminescenza
In questo confronto i due modelli sono sostanzialmente nella stessa colorazione, entrambi con dei magnifici quadranti blu soleil che risaltano tantissimo quando vengono colpiti dalla luce.
La versatilità è rispecchiata anche da un’ottima luminescenza, per la quale tra i due non si notano sostanziali differenze. Ovviamente le dimensioni maggiorate degli indici sull’Oyster Perpetual li rendono ancora più visibili al buio, ma le prestazioni non cambiano per durata e intensità. Su entrambi viene utilizzato il Chromalight, il pigmento luminescente di Rolex con colorazione blu.
Meccanica: calibro 3230 o 3235
A livello meccanico non ci sono evidenti differenze, dato che entrambi gli orologi utilizzano la generazione più recente di calibri prodotti da Rolex. 3230 per l’OP e 3235 per il Datejust. La riserva di carica è di 70 ore, lo scappamento Chronergy assicura maggior efficienza e la spirale blu in Parachrom garantisce la resistenza ai campi magnetici. La precisione è elevatissima, con tanto di certificazione di Cronometro Superlativo, da -2 a +2s/giorno testando il movimento all’interno della cassa. L’unica ovvia differenza è la presenza della data sul Datejust.
Bracciali
I bracciali attuali di Rolex sono di grandissima qualità e gli Oyster montati su questi due modelli non fanno eccezione. La finitura interamente satinata sul Perpetual ha l’indubbio vantaggio di nascondere meglio i graffi superficiali, cosa che riesce decisamente meno bene con le maglie centrali lucide del Datejust. Per entrambi è prevista l’ottima clasp con microregolazione e prolunga rapida Easylink di 5mm.
Diversa vestibilità al polso
Nonostante il Datejust 41 abbia in realtà una cassa ben più piccola dei 41mm di diametro che ci si potrebbero immaginare, il design di questo modello così iconico di Rolex è a mio parere perfetto nella misura da 36mm. E non ne faccio tanto un discorso di dimensioni pure della cassa, quanto piuttosto un fatto di proporzioni tra quadrante e larghezza della lunetta. Ho l’impressione che il modello più grande stravolga, almeno in parte, l’equilibrio perfetto delle linee. Questo mio parere è del tutto ribaltato quando osservo l’Oyster Perpetual, che invece preferisco nella misura più grande. Oltre alle proporzioni, a mio avviso impeccabili, trovo che il diametro maggiore esalti ulteriormente lo spirito più sportivo dell’entry level di Rolex.
Calibro digitale alla mano, comunque, ecco le dimensioni: il DJ36 ha un diametro di 35,6mm, una distanza da ansa ad ansa di 43,1mm, uno spessore di 11,5mm (escluso il ciclope) e un peso con il bracciale regolato di 121g. Per l’Oyster Perpetual 41 il diametro effettivo è di 39,3mm, lug to lug di 47,1mm, spessore di 11,6mm e peso di 131g, sempre con il bracciale regolato.
Opinioni
Sono due orologi con un look senza tempo, che difficilmente stancherà e che ancor più difficilmente passerà di moda. Il rovescio della medaglia è che, rimanendo così fedeli alla loro storia, sono anche meno ricercati a livello estetico rispetto ad altre alternative (provate a pensare ad esempio ad uno dei fantastici quadranti di Grand Seiko). Così come tanti altri modelli “tuttofare”, sono entrambi dei candidati perfetti per chi ha una mentalità molto zen e all’insegna del minimalismo più assoluto vuole avere un unico orologio in collezione.
Rolex Datejust e Rolex Oyster Perpetual: quale scegliere?
A distanza di quasi 5 anni, continuo ad apprezzare moltissimo il mio Datejust 36 dal punto di vista estetico. Però mi capita molto raramente di essere in giacca a cravatta e con uno stile più casual e informale mi sono ritrovato varie volte ad accantonare l’idea di indossarlo perché troppo luccicante e vistoso. L’Oyster Perpetual 124300, al contrario, si porta con molta più disinvoltura, ma all’occorrenza è comunque un orologio che può adattarsi anche ad un utilizzo più elegante.
I prezzi sono abbastanza distanti tra i due modelli, visto che l’Oyster Perpetual 41 al momento è in vendita a 6.650€, mentre il Datejust da 36mm con lunetta in oro bianco e bracciale Oyster occorre circa il 40% in più, con un listino di 9.250€. Nonostante questa differenza consistente, l’OP non deve essere scelto solo per il suo prezzo più abbordabile. Non deve essere un ripiego, ma deve piacere per quel che è, per le sue caratteristiche e anche per ciò che non ha rispetto al Datejust.
Scheda tecnica Datejust 126234
Diametro | 35,6mm |
Lug to Lug | 43,1mm |
Spessore | 11,5mm |
Peso | 121g (con bracciale regolato) |
Movimento | Rolex 3235, automatico |
Caratteristiche del movimento | frequenza 28.800a/h, 70h di riserva di carica |
Vetro | zaffiro |
Cassa | acciaio con lunetta in oro bianco |
Impermeabilità | 100m |
Bracciale | acciaio, 20mm |
Prezzo | 9.250€ (con bracciale Oyster e lunetta in oro bianco) |
Scheda tecnica Rolex Oyster Perpetual 124300
Diametro | 39,3mm |
Lug to Lug | 47,1mm |
Spessore | 11,6mm |
Peso | 131g (con bracciale regolato) |
Movimento | Rolex 3230, automatico |
Caratteristiche del movimento | frequenza 28.800a/h, 70h di riserva di carica |
Vetro | zaffiro |
Cassa | acciaio |
Impermeabilità | 100m |
Bracciale | acciaio, 21mm |
Prezzo | 6.650€ |