In questi ultimi anni molti marchi hanno rilanciato il genere skin diver, quasi sempre attingendo dal loro stesso passato (quando possibile). Del resto negli anni ’60 erano davvero tantissimi i produttori che avevano a catalogo modelli di questa tipologia: orologi nati appositamente per soddisfare le esigenze di chi faceva immersioni a scopo ricreativo e cercava qualcosa con cui sentirsi a proprio agio dentro e fuori dall’acqua. La denominazione “skin diver” fa riferimento alle attività subacquee senza bombole, ma in generale viene utilizzata per indicare tutta una serie di segnatempo con caratteristiche tecniche non esasperate e con dimensioni contenute. I primi esemplari utilizzavano casse molto simili tra loro, e addirittura Seiko fu influenzata da questo design per la realizzazione del 62Mas, il primo diver giapponese. Non tutti sanno però che uno dei primissimi orologi ad utilizzare quel tipo di cassa fu proprio l’Aquastar Model 60, di cui nel 2023 è stata lanciata questa riedizione moderna.
Sommario:
Storia
Nel 1957 il produttore svizzero Jean Richard lanciò il suo primo diver chiamato Model 60 e caratterizzato dalla scritta Aquastar sul quadrante. Il modello ebbe un grandissimo successo e l’azienda, colta anche un po’ di sorpresa, decise di iniziare ad utilizzare “Aquastar” come marchio a sé stante specializzato in modelli da immersione. Come tanti altri produttori svizzeri più di nicchia, anche questo non riuscì a superare la crisi del quarzo, ma dal 2020 è tornato in attività grazie allo spirito imprenditoriale di Rick Marei (che, per chi non lo sapesse, è stato l’artefice del rilancio di Doxa a inizio anni 2000 ed è uno dei pionieri della vendita diretta di orologi sul web). Dopo il lancio del Deepstar cronografo e solo tempo, è ora la volta del Model 60, la referenza che ha dato vita al nome del marchio.
Recensione
La confezione è quella utilizzata anche per gli altri modelli di Aquastar, con controscatola verde acqua e un bel cofanetto nero con logo inciso. Il Model 60 colpisce subito per il suo fascino d’altri tempi, fatto di linee semplici e pulite che rappresentano un po’ l’essenza dei primi skin diver della storia. Il marchio è stampato in alto, mentre in basso troviamo il logo con la stella marina stilizzata, la scritta automatic e il dato sull’impermeabilità fino a 200m di profondità. Così come sul modello originale del 1957, anche sulla riedizione moderna è presente la finestra della data a ore 3. Gli indici sono realizzati interamente in Superluminova con colorazione old radium non eccessivamente esasperata che trovo gradevole e direi anche credibile e non troppo “fintage”. Le sfere si allontanano dal design adottato sul Model 60 del passato, ma riprendono comunque lo stile diventato famoso dal Model 63 in poi, con le ore tronche e i minuti a matita. La finitura è lucida di buona qualità.
Al buio la luminescenza sugli indici tende ad affievolirsi abbastanza in fretta, ma le sfere e il riferimento sulla ghiera restano brillanti a lungo. Qualche strato di Superluminova in più non avrebbe guastato, ma la lettura dell’ora in condizioni di scarsa illuminazione è comunque garantita.
Vetro, ghiera e cassa
Il vetro è un bellissimo zaffiro con bordo arrotondato con un trattamento antiriflesso sul lato interno che viene messo a dura prova dal colore nel lucido del quadrante. In ogni caso dà il giusto carattere a questo Aquastar e la trasparenza resta ottima anche ad angolazioni estreme. La ghiera è un pezzo unico in acciaio, con una bella satinatura radiale, numeri incisi nello spessore e riempiti di smalto nero. La rotazione è bidirezionale (così com’era sul Model 60 vintage) ma con 120 scatti molto precisi e una rotazione particolarmente fluida grazie all’adozione di cuscinetti in ceramica. La cassa, come vi dicevo nell’introduzione, è un po’ lo stereotipo dello skin diver, con linee comuni a tanti altri modelli. La finitura è interamente satinata, con andamento circolare sulla parte superiore delle anse e longitudinale sui fianchi. Lo spessore è limitato, proprio come ci si aspetterebbe da uno skin diver.
La corona, posizionata a ore 3, come da tradizione per questa tipologia di orologi non ha spallette di protezione. È lucida con in rilievo la stella marina stilizzata, è a vite con filettatura interna per evitare l’accumulo di polvere e sporcizia ed è molto precisa sia in apertura che in serraggio.Il fondello è fedele alla tradizione di Aquastar, interamente in acciaio con l’incisione del marchio al centro sulla parte satinata. È un po’ strano vedere in questo caso il nome Deepstar perché non c’entra molto con il Model 60. Ogni esemplare è numerato ma non abbiamo a che fare con una limited edition.
Movimento
All’interno dell’Aquastar Model 60 c’è lo stesso movimento descritto nella recensione dell’Officine Tecniche SVPER ed è destinato a diffondersi sempre di più. Il LJP G100 di La Joux Perret è un calibro interamente Swiss made pensato come alternativa diretta al 2824 o al sw200. I tecnici svizzeri sono partiti dall’architettura del Miyota 9015 migliorandola ulteriormente con finiture più curate e una riserva di carica portata a 68 ore, senza però dover ridurre la frequenza (che resta a 28.800a/h). Nel Model 60 viene utilizzato il grado Standard regolato in 3 posizioni con una marcia da -12 a +12 secondi al giorno, ovviamente è possibile la ricarica manuale ed è presente il fermo macchina.
Cinturino e bracciale
L’Aquastar Model 60 può essere scelto in abbinamento con il cinturino NATO, con il bracciale in acciaio a chicchi di riso oppure con il Tropic in gomma. Quest’ultimo è forse la scelta più azzeccata anche perché l’azienda attualmente proprietaria di Aquastar, Synchron, ha rilevato il marchio storico dei veri Tropic vintage. Personalmente trovo che, almeno per quanto riguarda i materiali, questi siano i miglior cinturini con questo design tra tutti quelli presenti sul mercato. Tra l’altro quelli personalizzati per Aquastar, oltre ad avere misure fuori standard da 19 e da 21mm, hanno anche un design tra le anse più curato e più simile ai Tropic vintage. Insomma, sono l’accessorio ideale per un orologio come questo, con fibbia ad ardiglione marchiata sia all’interno che all’esterno.
Al polso
Il Model 60 è un orologio relativamente sottile e compatto, così come tutti gli altri eredi degli skin diver anni ’60, pertanto è adatto a tutti coloro che hanno un polso piccolo o che non amano i modelli troppo voluminosi. L’abbinamento con il Tropic in gomma è perfetto sia per la piacevolezza di questo materiale a contatto con la pelle sia perché aiuta a ridurre il peso. Il diametro è di 37,0mm, la distanza da ansa ad ansa è di 47,0mm, lo spessore è di 12,6mm compresa la lieve sporgenza del vetro e il peso con il cinturino Tropic installato è di 94g.
Conclusioni
Gli amanti degli skin diver hanno certamente l’imbarazzo della scelta ormai, con alternative in fasce di prezzo differenti, proposte da marchi storici e non. Questo Model 60 porta con sé tutto il fascino di questa tipologia di orologi di altri tempi, è ben fatto ed è commercializzato da un marchio passato alla storia proprio per la produzione di diver. Rispetto agli altri competitor diretti, Aquastar ha fatto una scelta fuori dal coro per quanto riguarda il movimento,con prestazioni interessanti e sicuramente superiori a quelle di un SW200 standard. Il prezzo di listino è di 1.189€ con il Tropic e di 1.349€ con il bracciale a chicchi di riso, cifre in linea con caratteristiche tecniche e storia del marchio.
Scheda tecnica
Diametro | 37,0mm |
Lug to Lug | 47,0mm |
Spessore | 12,6mm |
Peso | 94g (con Tropic installato) |
Movimento | LJP G100 Standard, automatico |
Caratteristiche del movimento | frequenza 28.800a/h, 68h di riserva di carica |
Vetro | zaffiro |
Cassa | acciaio |
Impermeabilità | 200m |
Bracciale | acciaio, gomma o NATO, 19mm |
Prezzo | a partire da 1.189€ (tasse incluse) |