Mettere in piedi un’azienda partendo da zero non è un’operazione banale e, se possibile, nel settore degli orologi forse è ancora più complicato. Se è vero che negli ultimi anni c’è stato uno sviluppo quasi esponenziale del numero di microbrand in giro per il mondo, è anche vero che lasciare il segno nel cuore degli appassionati non è un destino comune a tutti quanti. Ichnos è un marchio nato da pochissimo e il primo modello sul mercato, l’Arcipelago, risale ad appena un anno fa. Eppure che abbia una marcia in più lo si vede da tanti particolari, piccoli e grandi. Il Capo Testa è il secondo modello ad essere presentato e ha una scheda tecnica che sarebbe riduttivo definire completa.
Sommario:
Recensione
L’orologio oggetto della recensione è un prototipo e per la produzione in serie avrà una finitura in gran parte satinata. La collezione si compone di 6 varianti, con Chromis, Raja e Corallaro più tradizionali e le altre 3 configurazioni decisamente più particolari. Cala Grande, Rena di Levante e Rena di Ponente hanno dei quadranti realizzati con pressa idraulica per ricreare l’effetto della sabbia o della superficie del mare. L’idea è geniale e rende decisamente bene soprattutto sul Rena di Ponente. Però non sono quadranti per tutti e la leggibilità è sicuramente meno immediata rispetto alle 3 varianti più classiche. Come al solito si tratta di scegliere in base alle proprie priorità.
Quadrante
Il Capo Testa Corallaro è l’unico modello con quadrante full lume con finitura opaca e sulla colorazione bianca spiccano il logo in alto e le scritte in basso. Oltre al nome del modello sono riportate anche le coordinate del promontorio di Capo Testa. Gli indici sono applicati e riprendono uno schema grafico utilizzato da vari modelli vintage, con quelli a ore 3, 6, 9 e 12 di dimensioni maggiorati e numeri arabi stampati all’interno dell’abbondante porzione di Superluminova. Questa è in colorazione old radium, che si sposa molto bene con le tonalità di questa versione. Su altre varianti invece ci sono tipologie diverse di pasta luminescente.
La data è posizionata tra ore 4 e ore 5 e in questo modo la funzione è comunque presente per tutti quelli che non possono farne a meno, ma non altera la simmetria degli indici. In questo caso è stato montato un disco standard con numeri troppo piccoli rispetto alla finestra, ma nella produzione in serie verranno realizzati dei dischi appositi (luminescenti sul Corallaro). Per chi non apprezza questa complicazione, le 3 varianti Raja, Rena di Levante e Rena di Ponente saranno senza la data.
Anche le sfere, in particolare quella delle ore, sono riprese dal design adottato su alcuni skin diver del passato. Possono piacere o meno ma soprattutto quella della ore risulta certamente insolita e originale. La finitura è lucida mentre quella dei minuti ha la parte terminale verniciata di arancione.
Al buio è possibile apprezzare l’effetto dato dai tipi diversi di Superluminova, BGW9 sul quadrante e old radium su sfere e indici. In generale un po’ tutti i full lume hanno la caratteristica di consentire agevolmente la lettura dell’ora a lungo, senza però essere esattamente dei fari nella notte. Il Capo Testa Corallaro si comporta molto bene a livello di quadrante e di sfere, mentre gli indici tendono a spegnersi un po’ più rapidamente. Comunque la leggibilità è garantita anche a distanza di parecchio tempo dall’esposizione ad una fonte di luce.
Vetro e ghiera
Il vetro è uno zaffiro boxed, una scelta quasi obbligata per ricreare le suggestioni vintage di questo modello. Dà l’impressione di essere di ottima qualità sia per la resistenza ai riflessi sia per quanto riguarda le ridottissime distorsioni ad angolazioni estreme. Ovviamente, come su tutti gli altri vetri boxed, c’è inevitabilmente l’effetto lente in corrispondenza del bordo.
La ghiera ha un inserto in vetro zaffiro al di sotto del quale è presente la colorazione specifica della versione. In questo caso è in una bellissima tonalità rosso corallo, davvero azzeccata e che si sposa bene con il bianco del quadrante. I riferimenti numerici però risultano poco leggibili perché fanno poco contrasto e sono realizzati in Superluminova Old Radium. In BGW9 sarebbero stati certamente più evidenti.
Sblocco della ghiera a pressione
Per il meccanismo della ghiera Ichnos ha adottato un sistema di sblocco a pressione, simile a quello adottato da Squale sul 2002 o da Zodiac sul Super Sea Wolf 68. Premendo la ghiera contro la cassa è possibile ruotarla in entrambe le direzioni, ma smettendo di esercitare pressione si blocca. Su alcuni dei prototipi (incluso questo Corrallaro) la pressione necessaria per la rotazione è davvero minima, ma per la produzione in serie questo particolare verrà sistemato. Una ghiera di questo genere ha bisogno di essere serrata con un dado. Ecco quindi che su questo orologio, a differenza di ciò che accade su altri modelli dove ha solo una funzione estetica, il dodecagono ha una sua ragione d’essere. Trattandosi di un vero anello avvitato, non è possibile garantire il perfetto allineamento dei vertici con il quadrante, cosa che peraltro vale anche per gli Zodiac e gli Squale che ho citato.
Cassa
La cassa è un piccolo capolavoro, con linee classiche ma studiate con grande attenzione. Le proporzioni sono perfette e persino le anse, apparentemente lunghe, sono molto curvate verso il basso e danno armonia al design. Lo spessore complessivo non è di certo esagerato per un orologio in grado di resistere fino a 400m e, a completare la dotazione tecnica in fatto di resistenza, c’è anche la valvola automatica per il rilascio dell’elio a ore 2.
La corona, dal diametro generoso ma non eccessivamente sporgente dalla carrure, la il logo del marchio inciso al centro e le indicazioni in italiano e inglese del senso di rotazione per l’apertura. Naturalmente è a vite e la filettatura è già molto precisa anche su questo prototipo.
Il fondello è interamente in acciaio e riporta al centro la raffigurazione della penisola di Capo Testa. Tutto intorno sono incise varie informazioni, tra cui spiccano l’orgogliosa dicitura “Progettato in Sardegna”, il dato sull’impermeabilità fino a 400m e persino un piccolo pittogramma che ricorda la riserva di carica maggiorata della meccanica all’interno.
Movimento
Anche per il calibro, infatti, Ichnos ha scelto qualcosa di ancora relativamente insolito, l’LJP G100 di La Joux Perret. Questo è un movimento che pian piano sta prendendo piede grazie a caratteristiche tutt’altro che banali. Nonostante l’architettura ricalchi in gran parte quella dell’ottimo Miyota 9015, La Joux Perret (che è di proprietà del Gruppo Citizen/Miyota) ha apportato delle modifiche sostanziali. Il risultato è un calibro Swiss Made a tutti gli effetti, leggermente più spesso, con finiture molto più curate, massa oscillante in tungsteno per una maggior efficienza nella ricarica e autonomia portata a ben 68 ore. Nel caso specifico il G100 all’interno dei Capo Testa è regolato per avere un range di marcia da -7 a +7 s/giorno, valori decisamente ottimi rispettati anche da questo prototipo. A protezione del movimento dai campi magnetici c’è poi una gabbia di Faraday all’interno della cassa.
Bracciale
Anche per quanto riguarda il bracciale non si può fare a meno di sottolineare quanto il giovane marchio italiano abbia badato alla sostanza e alla praticità utilizzo. Le maglie sono tenute insieme da dei perni a vite con teste che ricordano il design dei rivetti tipici dei modelli del passato. Tra l’altro, mentre i normali perni a vite possono allentarsi con il normale utilizzo (spesso è consigliabile l’utilizzo di un frenafiletti), sul Capo Testa ci sono due viti, una per lato, che quindi sono molto più sicure. I
La chicca del bracciale però arriva quando ci si sofferma sulla chiusura. Questa racchiude al suo interno un sistema di microregolazione rapida con ben 7 posizioni che funziona in modo impeccabile e aumenta di parecchio la praticità di utilizzo. Per intenderci ricorda un po’ la microregolazione introdotta da Rolex sui Submariner di generazione più recente. Ovviamente, per avere un’escursione così grande, la scatoletta è un po’ più lunga di quelle che siamo abituati a vedere di solito. Nonostante questo non è assolutamente sproporzionata e in più è anche piuttosto sottile. Sempre a vantaggio della praticità di utilizzo, poi, ci sono anse a sgancio rapido per la rimozione del bracciale.
Al polso
Le misure dell’Ichnos Capo Testa sono ottimali e ciò che impressiona di più è la perfetta vestibilità della cassa data dalle anse che avvolgono bene il polso. Il bracciale, con maglie flessibili le une sulle altre e la microregolazione rapida, garantisce grande comodità anche nonostante un peso che inizia ad essere importante. Del resto la quantità di acciaio non è poca e anche la gabbia di Faraday all’interno della cassa incide abbastanza da questo punto di vista. Il diametro è di 40,5mm in corrispondenza della ghiera (ma la cassa si ferma a 40mm), la distanza da ansa ad ansa è di 48,5mm, lo spessore è di 14,7mm compresa la sporgenza del vetro e il peso con il bracciale regolato per un polso da 16cm è di 166g.
Opinioni
L’Arcipelago è un modello che ancora oggi riscuote parecchio successo. Se quello era già ambizioso come primo progetto, con il Capo Testa Ichnos ha raggiunto un livello ancora più alto. L’estetica è soggettiva, ma è da apprezzare il buon gusto con cui sono stati mischiati insieme alcuni dettagli tipici di modelli vintage differenti tra loro. L’altissimo livello di contenuti tecnici è invece un dato del tutto oggettivo: ottimo movimento, impermeabilità fino a 400m con valvola per l’elio, protezione supplementare dai campi magnetici, bracciale curato e di qualità. Alla luce di tutto questo, il prezzo in prevendita (dai 1.095€ ai 1.145€ a seconda delle versioni) è incredibilmente allettante anche se confrontato con tutti i principali competitor sul mercato. Dalla fine del mese di novembre i prezzi inizieranno a salire di un centinaio di euro fino ad arrivare, man mano, al prezzo di listino finale di 1.695€ o 1.745€. Le consegne sono previste per aprile 2024.
Scheda tecnica
Diametro | 40,5mm |
Lug to Lug | 48,5mm |
Spessore | 14,7mm |
Peso | 166g (con bracciale regolato) |
Movimento | La Joux Perret LJP G100, automatico |
Caratteristiche del movimento | frequenza 28.800a/h, 68h di riserva di carica |
Vetro | zaffiro |
Cassa | acciaio |
Impermeabilità | 400m |
Bracciale | acciaio, 20mm |
Prezzo | a partire da 1.095€ (in prevendita) |
Credo sia uno dei sub più brutti che abbia mai visto
Complimenti al progettista . Ottimo orologio , bellissimo . In più un elevato contenuto tecnico leggo recensioni da persone che potrebbero darsi all’ippica …per il resto ottima recensione chiara e ricca di contenuti