Nel 2022 Hamilton ha introdotto alcune interessanti novità nel suo catalogo, come ad esempio il Frogman che è stato totalmente ridisegnato rispetto alla generazione precedente. Tra le nuove referenze proposte dal marchio durante l’anno c’è stato anche un cronografo che mi ha colpito parecchio fin dalla sua uscita: il Khaki Pilot Pioneer Mechanical Chrono, che rispolvera il fascino di un cronografo prodotto da Hamilton negli anni ’70 per la RAF.
Sommario:
Storia
Fin dalla loro invenzione gli orologi da polso hanno sempre avuto un ruolo determinante in ambito militare. Nell’aviazione, in particolare, questi strumenti di misurazione hanno anche fatto la differenza tra la vita e la morte di un pilota. Ecco perché la RAF, la Royal Air Force britannica, può vantare una lunga tradizione di segnatempo fatti costruire secondo particolari specifiche.
Negli anni ’60 venne introdotto un nuovo design con il Lemania monopulsante, che utilizzava un calibro cronografico ad alte prestazioni prodotto dal marchio con la complicazione del monopulsante.
Negli anni ’70, con l’obiettivo di contenere un po’ i costi di questi strumenti, vennero modificate le specifiche. Si arrivò così un nuovo cronografo, o meglio, quattro nuovi cronografi visto che furono altrettanti i produttori scelti come fornitori dell’aeronautica britannica. Uno di essi era proprio Hamilton. Si tratta dei cosiddetti “Fab Four”, fantastici quattro, che mantevano sostanzialmente inalterato il design della cassa utilizzata in precedenza. La novità riguardava invece il movimento: al posto del Lemania monopulsante c’era il Valjoux 7733, meno pregiato ma molto solido ed estremamente diffuso in quegli anni, con i classici due pulsanti per le funzioni cronografiche.
Il Khaki Aviation Pilot Pioneer Mechanical Chronograph è l’erede diretto di questa storia e di questa tradizione di Hamilton.
Recensione
La scatola è la stessa utilizzata per gran parte delle referenze del produttore: la controscatola in cartone nero racchiude il cofanetto con finitura a effetto legno e rivestimento interno in simil pelle grigia.
Nel vano inferiore si trovano la card della garanzia, un libricino con le informazioni per l’assistenza e un piccolo manuale con le principali indicazioni per il corretto utilizzo.
Il fascino di questo orologio è davvero innegabile fin dal primo colpo d’occhio. A parte alcune lievi modifiche, questa è una riedizione piuttosto fedele del cronografo assegnato ai piloti negli anni ’70. Da allora le dimensioni sono leggermente cresciute, ma non in modo esagerato. La cassa mantiene la sua tipica asimmetria che l’ha resa celebre e il quadrante è incredibilmente chiaro e leggibile, proprio come ci si aspetterebbe da uno strumento pensato per un utilizzo tecnico.
Quadrante e sfere
La superficie del quadrante ha una texture finemente granulosa, il logo è stampato a ore 12 e non ci sono altre scritte. Proprio come nel modello degli anni ’70 a cui si ispira, anche qui manca la complicazione della data. I due sottoquadranti a ore 3 e a ore 9 hanno la lavorazione a cerchi concentrici presente su tanti altri cronografi. Gli indici sono realizzati in Superluminova con la tipica colorazione Old Radium: questo è un dettaglio che di solito fa storcere il naso agli appassionati dei vintage veri, ma su un orologio come questo a me personalmente piace. Del resto in effetti non sono un appassionato di vintage.
Le sfere hanno il bordo bianco e all’interno ospitano una buona quantità di pasta luminescente.
Visibilità al buio
Le prestazioni al buio sono molto buone e la visibilità è garantita anche a distanza di parecchio tempo dall’esposizione ad una fonte di luce. Peccato solo che le sfere dei secondi continui e delle funzioni cronografiche non abbiano alcun tipo di luminescenza.
Vetro e cassa
Il vetro con lieve curvatura esterna e il quadrante nero di solito mettono in difficoltà i trattamenti antiriflesso, ma in realtà questo Hamilton si comporta piuttosto bene da questo punto di vista: anche quando si viene a creare qualche riflesso di troppo, la leggibilità è comunque perfetta. Tra l’altro è anche molto bello l’effetto che crea lo zaffiro di tipo boxed con bordo arrotondato.
La cassa è certamente uno dei tratti distintivi principali del Pilot Pioneer Mechanical Chronograph. Ha un design pulito e funzionale, proprio come ci si aspetterebbe da un orologio concepito per essere utilizzato realmente come strumento di lavoro. Anche l’asimmetria tra fianco sinistro e fianco destro ha uno scopo ben preciso, dato che protegge parzialmente i tasti e la corona dagli urti.
La finitura è interamente satinata ed è realizzata con cura. Lo spessore è certamente superiore rispetto a quello degli esemplari vintage degli anni ’70, ma a mio parere resta comunque proporzionato. I designer sono anche stati bravi a camuffarlo un po’ perché hanno aumentato la sporgenza inferiore in corrispondenza del fondello, mantenendo invece piuttosto sottile la carrure.
La corona a ore 3 è solo a pressione e, per un orologio a carica manuale, questa è quasi una scelta obbligata o comunque auspicabile. È lucida e riporta il logo in rilievo.
Il fondello potrà essere magari un po’ deludente per qualcuno, perché non presenta decorazioni di alcun tipo, ma anche in questo caso trovo che sia perfettamente in linea con la storia di questo modello. Pur non essendoci marchi specifici di assegnazione (che peraltro sarebbero falsi su questa riedizione) tutte le classiche informazioni tecniche sono riportate in modo molto schematico, quasi come delle specifiche militari. È riportato anche il dato sull’impermeabilità che arriva fino a 10bar di pressione, un valore ottimo anche se, onestamente, questo non è un orologio che porterei in acqua
Movimento
All’interno del Khaki Pilot Pioneer Mechanical Chronograph c’è il calibro H-51-Si, una variante evoluta del movimento introdotto da Hamilton per la prima volta con l’Intra Matic a carica manuale. È chiaramente basato sul Valjoux 7753, ma con alcune modifiche sostanziali: la riserva di carica è stata portata a 60ore e in più, rispetto alla meccanica già vista sull’Intra Matic, è stata inserita anche la spirale in silicio per garantire una maggior resistenza ai campi magnetici e una maggior regolarità di marcia. Naturalmente, anche in questo caso, non è presente il meccanismo di ricarica automatica visto che per l’H-51 è possibile solo la ricarica manuale.
La frequenza è di 28.800a/h ed è presente il fermo macchina. Questo esemplare si è comportato davvero benissimo durante la prova assestandosi su uno scarto medio di -1s/giorno.
Cinturino
Il Pilot Pioneer Mechanical Chronograph è disponibile solamente con il cinturino in pelle, che è bello e ben fatto. Così come su tanti altri modelli del marchio, anche qui c’è una fibbia ad ardiglione che riprende la lettera “H”. È molto originale ma purtroppo è praticamente impossibile da usare su altri cinturini di terze parti. Il cinturino di serie montato da Hamilton è a larghezza costante, per cui parte da 22mm alle anse e rimane largo 22mm anche in corrispondenza della fibbia. Questo rende più massiccio e possente il design di questo cronografo, cosa non del tutto auspicabile sui polsi più piccoli.
Ecco perché preferisco utilizzare cinturini che si restringono, magari anche fino a 18mm a livello della fibbia. Del resto, così come tanti altri orologi di ispirazione militare, anche questo modello si sa adattare ad un sacco di cinturini diversi, compresi i NATO in tessuto.
Al polso
Le proporzioni di questo Hamilton Pilot Pioneer Chronograph sono abbastanza in linea con quelle dell’Intra Matic o del “cugino” Longines Big Eye. La vestibilità al posto è però a metà strada tra i due: le anse, leggermente curvate in basso e non eccessivamente muscolose, sono piuttosto comode. Poi, dalla vista laterale, i circa 2mm di curvatura del vetro creano l’illusione di avere a che fare con un orologio sensibilmente più sottile. Nonostante il diametro riportato nella scheda tecnica sia di 40mm, se si tiene conto anche della sporgenza della cassa sul lato destro si arriva a 41,5mm. La distanza da ansa ad ansa è di 49,6mm, lo spessore totale è di 14,7mm e il peso con il cinturino installato è di 100g.
Conclusioni
Di cronografi aeronautici ce ne sono tantissimi sul mercato, anche nel catalogo della stessa Hamilton. Tra l’altro qualche anno fa era stata proposto un modello con una cassa praticamente identica ma con movimento automatico, eppure solo questa è la riedizione reale dei Fab Four. La qualità c’è tutta e l’uscita di questa nuova referenza aggiunge una validissima alternativa sia al sempre apprezzatissimo Intra Matic, sia al Longines Big Eye. Quest’ultimo utilizza sicuramente un calibro più sofisticato con ruota a colonne, pur derivando sempre dal Valjoux 7753, ma a seguito degli ultimi aumenti è arrivato a poco meno di 3.000€ di listino. Nel caso dell’Hamilton Khaki Pilot Pioneer Mechanical Chronograph il listino ufficiale è di 2.195€.
Scheda Tecnica
Diametro | 40,0(41,5)mm |
Lug to Lug | 49,6mm |
Spessore | 14,7mm |
Peso | 100g (con cinturino originale) |
Movimento | H-51-Si, manuale |
Caratteristiche del movimento | frequenza 28.800a/h, 60h di riserva di carica, spirale silicio |
Vetro | zaffiro |
Cassa | acciaio |
Impermeabilità | 100m |
Bracciale | pelle, 22mm |
Prezzo | 2.195€ |
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