Doxa è un marchio che dal 1967, con il SUB 300, e dal 1969, con il SUB300T, si è legato indissolubilmente al mondo delle immersioni, e questa è una storia nota a tutti gli appassionati di diver. C’è però un’altra parte della storia, molto meno nota, rimasta in gran parte segreta fino a poco tempo fa.
Nel 1969 un reparto di élite di sub e incursori dell’esercito svizzero iniziò ad essere equipaggiato proprio con dei SUB300T. Inizialmente si trattava di modelli uguali a quelli venduti per uso civile, ma successivamente vennero apportate delle modifiche richieste proprio dai militari elvetici. Queste riguardavano la ghiera, senza i tempi di decompressione, il quadrante, realizzato in colorazione beige per garantire allo stesso tempo una buona visibilità e la riduzione dei riflessi, e poi la cassa brunita per eliminare il luccichio tipico dell’acciaio. Furono consegnati in questo modo 146 pezzi in totale e da questo è facile capire la rarità di questi orologi. Tra l’altro, proprio perché la brunitura della cassa non era stata fatta con trattamenti PVD o DLC, molto più resistenti, i pochi esemplari che sono giunti a noi hanno ormai l’acciaio a vista.
Sommario:
Recensione
Proprio per omaggiare la storia del Doxa Army nel 2022 è stata lanciata inizialmente una limited edition con cassa in ceramica nera, realizzata in soli 100 pezzi, che è andata a ruba nel giro di pochissimo tempo. Successivamente sono state presentate anche due varianti entrate regolarmente a catalogo, con ghiera in bronzo oppure in acciaio, ed è proprio quest’ultima la protagonista di questa recensione. Com’è il Doxa Army e in cosa si differenza dal sub 300T?
Scatola e corredo
L’astuccio semirigido che accompagna il Doxa Army è assolutamente analogo a quello che accompagna tutta l’attuale produzione di Doxa e ciò che cambia è l’evidente colorazione mimetica. All’interno oltre all’orologio è incluso anche un cinturino tipo NATO, anch’esso in colorazione mimetica. In questo caso, trattandosi di un esemplare in prestito, non è presente la card della garanzia.
Quadrante e sfere
Partiamo subito dal presupposto che, così come i Doxa Army assegnati in passato ai reparti speciali dell’esercito svizzero, anche in questo caso si tratta di una variante modificata del SUB300T. Da esso riprende infatti la cassa e il bracciale e una parte delle caratteristiche tecniche. Eppure, fin dal primo colpo d’occhio, si nota un aspetto decisamente differente dato dalla ghiera e dal quadrante, che si discostano parecchio dalla tradizione di Doxa.
La parte centrale del quadrante del Doxa Army è in beige con finitura opaca. Così come sui 300T, anche qui la disposizione delle scritte è asimmetrica, ma le scritte sono molto diverse. Sia il marchio in alto a sinistra che la denominazione “Army” in basso a destra riprendono fedelmente l’impostazione degli orologi originali vintage. La grafica degli indici con nero e beige che si alternano è molto particolare e originale e poi, con questa doppia colorazione a contrasto, rimane ben visibile in ogni condizione di luce. La data è posizionata a ore 3 in una finestra che non dà troppo nell’occhio e si sarebbe integrata ancora meglio con un disco personalizzato in colorazione beige.
Le sfere di ore e secondi sono molto diverse da quelle classiche di Doxa. Quella delle ore ha un design molto originale, che può piacere o meno, ma che ha l’indubbio vantaggio di soddisfare due esigenze ben precise: aumenta lo spazio a disposizione della pasta luminescente per maggior visibilità al buio rispetto a quella tipica del 300T e rimane comunque distinguibile in un colpo d’occhio dalla sfera dei minuti. Sui secondi, poi, la parte terminale è a freccia, anch’essa ben visibile. Tutte le sfere sono verniciate, in parte in nero e in parte in arancione, e il livello di finitura è molto buono.
Al buio le prestazioni del Doxa Army sono davvero molto buone. Trovo che questo sia sensibilmente più performante del SUB300T, con una luminescenza brillante e duratura non soltanto su sfere e indici ma persino sui riferimenti della ghiera. Davvero un ottimo risultato.
Vetro, ghiera e cassa
Il vetro è lo stesso ottimo zaffiro piatto con trattamento antiriflesso sul lato interno montato sul SUB300T. E anche qui infatti si comporta splendidamente bene nel tenere a bada i riflessi più fastidiosi e la leggibilità resta ottimale anche ad angolazioni estreme.
La ghiera del Doxa Army perde i tempi di decompressione, la funzione tipica per il marchio. Però, in questo modo, rimane più pulita e chiara per misurare il trascorrere del tempo e, precisamente, in questo caso ci sono i riferimenti numerici per il conto alla rovescia. L’inserto è in ceramica nera lucida con indici incisi nello spessore e smaltati oppure riempiti di superluminova, a seconda che si tratti di tacche o numeri. Rispetto alle classiche ghiere in acciaio di Doxa, con abbondanti parti lucide, si può contare sicuramente su una maggior resistenza ai graffi. Il meccanismo mi pare lo stesso, tra l’altro ottimo, utilizzato sul 300T, con 120 scatti precisi e senza giochi eccessivi tra uno e l’altro.
La cassa rimane molto simile a quella del 300T ed è una fortuna perché, se rapportata alle sue caratteristiche tecniche, può vantare una grandissima comodità al polso. Merito della tipica cassa a cuscino di Doxa, qui rifinita con satinatura circolare sulla parte superiore e lucidatura a specchio sui fianchi. Sul fianco sinistro si nota anche la valvola automatica per l’espulsione dell’elio. Lo spessore è complessivamente inferiore rispetto a quello del 300T, seppur di poco, e questa differenza è data soprattutto dal fondello che è meno sporgente.
La corona, a ore 3, è naturalmente a vite, data la tipologia dell’orologio. È lucida e al centro ha il logo inciso e smaltato in nero; la filettatura è molto precisa e non dà problemi di alcun genere né in apertura né in serraggio.
Il fondello è piuttosto diverso rispetto a quello del SUB300T. È interamente satinato e riporta al centro lo stesso logo Army presente sul quadrante. Tra le varie indicazioni incise c’è anche il dato sull’impermeabilità: questa si ferma a 300m di profondità rispetto ai 1200m del 300T.
Movimento
All’interno del Doxa Army c’è un Sellita SW-200 Elaboré, un movimento affidabile e che, in caso di necessità, può essere riparato e revisionato da un qualunque bravo orologiaio. La frequenza è di 28.800a/h, la riserva di carica è di circa 38 ore, è possibile la ricarica manuale ed è presente il fermo macchina.
Bracciale e cinturino
Il Doxa Army può essere scelto con il cinturino in gomma e chiusura deployante oppure con bracciale in acciaio a chicchi di riso. In questo caso lo vedete proprio in questa seconda configurazione: è sempre il solito ottimo chicchi di riso a cui ci ha abituati Doxa, solido e allo stesso tempo flessibile. Le maglie sono tenute insieme da perni a vite e la clasp, in acciaio pieno, integra un meccanismo di microregolazione rapida.
In aggiunta al cinturino o bracciale di vostra scelta è presente anche un NATO mimetico in nylon con fibbia personalizzata con cui il Doxa Army diventa particolarmente aggressivo.
Al polso
Al polso la comodità è davvero notevole per un orologio di questo genere e i quasi 2mm in meno di spessore rispetto al 300T lo rendono ancora più facilmente indossabile e pratico. Il diametro è di 42,5mm, la distanza da ansa ad ansa è di 44,5mm, lo spessore è di 12,0mm e il peso con il bracciale regolato per il mio polso da 16cm è di 169g.
Conclusioni
Il Doxa Army ha un fascino tutto suo, anche legato alla sua storia in parte avvolta dal mistero. Rappresenta una sorta di reinterpretazione dello stile tipico del 300T per soddisfare specifiche esigenze tecniche relative all’utilizzo in ambito militare. Queste differenze, però, possono tornare comode anche nell’utilizzo quotidiano: maggior visibilità al buio, spessore complessivo leggermente inferiore e una ghiera di più immediata lettura, con inserto in ceramica resistente ai graffi. Il rovescio della medaglia è che rispetto al SUB300T si perdono i tempi di decompressione sulla ghiera e l’impermeabilità è inferiore.
Ognuno di noi sa quali possano essere gli elementi più importanti nella scelta del proprio orologio ed è certamente positivo che Doxa, pur rimanendo fedele alla sua tradizione, dia la possibilità di arricchire il catalogo anche con questo nuovo modello. Il Doxa Army ha un listino di 2.250€ nella configurazione con bracciale e di 2.210€ con il cinturino in gomma, per le varianti con ghiera in bronzo sono necessari 200€ in più.
Scheda Tecnica
Diametro | 42,5mm |
Lug to Lug | 44,5mm |
Spessore | 12,0mm |
Peso | 169g (con bracciale regolato) |
Movimento | Sellita SW200 Elaboré, automatico |
Caratteristiche del movimento | frequenza 28.800a/h, 38h di riserva di carica |
Vetro | zaffiro |
Cassa | acciaio |
Impermeabilità | 300m, corona e fondello a vite |
Bracciale | acciaio o gomma, 20mm |
Prezzo | a partire da 2.210€ (con cinturino in gomma) |
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