Breguet ha da poco presentato il suo nuovo Type XX, o meglio, i suoi nuovi Type XX, visto che si tratta di due modelli che condividono molte delle caratteristiche ma con alcune differenze significative.
Con tutta la tecnologia che attualmente ci circonda riesce quasi difficile da credere, ma nella storia dell’aviazione gli orologi sono stati strumenti essenziali per i piloti. Ci sono vari esempi di modelli e di marchi diventati famosi proprio per il loro legame con la storia del volo. Il Breguet Type 20 spicca senza dubbio tra di essi, nonostante non sia l’unico segnatempo ad aver utilizzato questa denominazione. Questa, infatti, fu introdotta dal Ministero dell’Aria Francese a partire dal 1952 per indicare i cronografi che di lì a poco sarebbero stati dati in dotazione ai piloti dell’Aeronautica Militare. Varie maison presentarono dei modelli che potessero integrare le specifiche richieste da un committente così importante e nel 1953 Breguet divenne uno dei fornitori scelti.
La maison svizzera decise di sfruttare le competenze maturate per la creazione di questi strumenti tecnici anche per la commercializzazione di cronografi destinati ad un uso civile e dal 1955 arrivarono i primi Type XX (in questo caso in numeri romani e non arabi), contraddistinti da un terzo contatore dedicato alle ore cronografiche. Nei decenni successivi il cronografo più rappresentativo per Breguet è andato incontro a vari aggiornamenti e modifiche passando alla seconda e poi alla terza generazione. Il Type XX appena presentato è la quarta reincarnazione di questo affascinante segnatempo, proposto con due anime differenti. La referenza 2057 si ispira agli strumenti prodotti tra il 1955 e il 1959 per l’impiego in ambito militare, mentre la referenza 2067 trae spunto dai cronografi per uso civile.
Quadranti e dettagli differenti
Nel primo caso sul quadrante nero opaco spiccano gli indici e le sfere con Superluminova in colorazione verde menta. I contatori sono soltanto due, asimmetrici, con quello dei minuti a ore 3 più grande che ricalca lo schema tipico dei “big eye”. Questo nome è diventato decisamente noto negli ultimi anni grazie al successo commerciale dell’omonimo modello di Longines, ma si rifà ad uno stile diffuso a partire dagli anni ’50 proprio grazie ai diversi Type XX prodotti per l’Aeronautica Francese.
Tra ore 4 e ore 5 è stata posizionata la data, dettaglio che certamente farà dormire sonni agitati a chi non sopporta questa complicazione e che rappresenta l’elemento più distante dal design vintage originale. La lunetta, sprovvista di indici, riporta solo il riferimento a ore 12 ed è bidirezionale.
La referenza 2067 è sostanzialmente basata sulla stessa piattaforma del Type 20 militare, ma con alcuni dettagli distintivi e il primo a balzare all’occhio è il terzo contatore a ore 6. Gli indici sono realizzati con Superluminova in colorazione Old Radium, la stessa che troviamo anche sulle sfere. Queste hanno un design ripreso direttamente dalla ref. 2988 del 1957. L’altro particolare a fare la differenza, poi, è la ghiera che riporta tutti i riferimenti delle 12 ore, e anche in questo caso il meccanismo consente la rotazione bidirezionale.
La corona sul 2057 prende spunto da quella a pera dei primi Type 20 militari, anche se in questo caso è stata rielaborata e ha più che altro una forma a diamante, mentre sul 2067 è più compatta e di forma circolare. Per il design della cassa Breguet si è avvicinata a quella dei primi esemplari nella storia di questo modello, allontanandosi invece da quella adottata per la terza generazione. Le anse hanno una forma quasi ad elica, sorprendono per la lunghezza contenuta e l’armonia delle linee e ben si sposano allo spessore di poco più di 14mm, un dato ottimo per un cronografo automatico moderno se confrontato con molti dei competitor.
Calibro 728 (o 7281) inedito
Ma il punto di forza vero del nuovo Type 20 è il calibro, per il quale sono stati necessari circa 4 anni di studio. Integra in pratica tutte le caratteristiche più avanzate che un calibro cronografico moderno dovrebbe avere: ruota a colonne, innesto verticale, silicio per spirale, ruota dello scappamento e denti dell’ancora. La frequenza è a 5Hz, vale a dire 36.000a/h, con ben 60 ore di riserva di carica. Come da tradizione per il Type 20, il calibro ha la funzione Flyback che consente di unire in un’unico passaggio azzeramento e ripartenza della misurazione cronografica. Completa il tutto una massa oscillante in oro brunito con un design che ricorda le ali di un aereo. Sulla referenza 2057 viene utilizzato il calibro 7281, mentre nel 2067 è presente il calibro 728.
Al polso
Non mi stancherò mai di ripetere quanto la forma della cassa, il peso, lo spessore e il design delle anse siano elementi determinanti nel decretare quanto un orologio possa adattarsi anche a polsi piccoli: basarsi solo sui numeri della scheda tecnica è sempre fuorviante. Questi nuovi Type XX sono un validissimo esempio, perché nonostante i 42mm di diametro (che peraltro sono gli stessi del best seller Moonwatch) vestono benissimo anche su polsi non particolarmente corposi. Il merito è senza dubbio dello spessore contenuto e delle anse compatte e sottili, che aiutano a rendere questo cronografo bilanciato e piacevole da indossare.
Indipendentemente dalla versione scelta, sono presenti nel corredo due cinturini: uno in cuoio (color miele sul 2067 e nero sul 2057) e uno extra in nylon tipo NATO, ma con passanti in tessuto e non in metallo. E a proposito del corredo, la scatola dei nuovi Type XX è una vera chicca, realizzata in pelle e che replica la forma di un profilo alare. Il prezzo di listino, per entrambi i modelli, è di 19.100€.
Scheda tecnica
Diametro | 42,0mm |
Spessore | 14,1mm |
Movimento | Calibro 728 / 7281, automatico, spirale in silicio |
Caratteristiche del movimento | frequenza 36.000a/h, 60h di riserva di carica, con flyback |
Vetro | zaffiro |
Cassa | acciaio |
Impermeabilità | 100m |
Bracciale | pelle o nylon |
Prezzo | 19.100€Foto |